Dojo Kun
Il "Dojo Kun" , che letteralmente significa "regole del luogo ove si segue la via", è la rappresentazione linguistica dell'essenza del Karate-do, in altre parole il Dojo Kun è la risposta alla domanda "cosa è il Karate-do?".
HITOTSU
1) JINKAKU KANSEI NI TSUTOMURU KOTO
(gincacu canseini sutomurokoto)
"Impegnati a raggiungere la perfezione del carattere"
2) MAKOTO NO MICHI O MAMURU KOTO
(macoto no mici o mamorukoto)
"Persegui la strada della sincerità"
3) DORYOKU NO SEISHIN O YASHINAU KOTO
(dorioku no seiscin o iascinaokoto)
"Rafforza instancabilmente lo spirito"
4) REIGI O OMONZURU KOTO
(reighi omonzurokoto)
"Osserva un comportamento impeccabile all’insegna del rispetto universale"
5) KEKKI NO YU O IMASHIMURU KOTO
(checchi no iuo imashimerukoto)
"Acquisisci con coraggio, il controllo sul tuo spirito istintivo"
Sforzati di perfezionare il carattere.
Questo primo precetto vuole indicare al karateka la necessità di uno sforzo complessivo di miglioramento. Detto così può sembrare la più ovvia e banale delle raccomandazioni. Il discorso cambia quando viene analizzato il significato specifico degli ideogrammi che compongono la frase. Il loro significato complessivo è estremamente forte, in quanto il livello a cui tendere deve essere il più elevato. La frase infatti non va intesa nel senso "cerca di migliorare il carattere", ma in quello ben diverso "cerca la perfezione del carattere".
Percorri la via della sincerità.
Anche questo precetto si presta ad una interpretazione banale, e cioè "non dire bugie". In realtà la "via della sincerità" è ben più impervia ed è ostacolata dal nostro più grande nemico. Noi stessi. La nostra irrefrenabile tendenza a mentirci (prima che mentire agli altri), ad attribuire sempre ad altre persone od al destino cinico e baro le cause delle nostre sconfitte e dei nostri errori. Nel momento in cui acquisiamo la capacità di guardarci dentro, di accettare (per superare) i nostri limiti, di ammettere le nostre colpe iniziamo a percorrere la "via della sincerità".
Rafforza lo spirito tramite lo sforzo costante.
Come nasce un'affilatissima spada giapponese? Da un blocchetto d'acciaio che viene arroventato, gelato, martellato, ripiegato.....affilato. Così nasce uno spirito forte. Non vi è vittoria, conquista, miglioramento vero, senza che si paghi un alto prezzo, senza che si riesca a spezzare la barriera della pigrizia, della stanchezza, della noia.
Esercita il rispetto universale.
Questo è uno dei precetti più tipici della mentalità e della cultura Giapponese. E' da intendersi in senso biunivoco, cioè sia rispetta gli altri, sia fatti rispettare. Per raggiungere questo risultato gli ideogrammi indicano la via da seguire. Il percorso consiste nell'imparare a conformarsi sia alle regole di rispetto sostanziale, che a quelle formali e quindi al saluto, alla cortesia, all'etichetta. Infatti siccome la vita sociale è per definizione una vita di relazione, per contribuire a creare un clima armonioso è necessario usare, oltre ad un comportamento sostanzialmente corretto, anche delle forme esteriori riconosciute da tutti.
Astieniti dalla violenza ed acquisisci l'autocontrollo.
Questo nella realtà è uno dei precetti di più difficile applicazione per noi occidentali. In primo luogo perchè è opinione diffusa che la cosiddetta "spontaneità" sia un valore. Poi perchè l'autocontrollo qui non va inteso a "valle" (cioè controllarsi nel mettere in atto un comportamento dovuto ad una passione o istinto già pienamente subiti), ma va inteso a "monte" (cioè sapere controllare ed indirizzare sul nascere istinti e passioni). Per quanto riguarda il primo punto, l'equivoco nasce dalla confusione tra il concetto di "sincerità" e quello di "spontaneità". Infatti partendo dall'esigenza primaria di rispetto per gli altri, si capisce come spesso comportamenti detti "spontanei" non sono altro che comportamenti maleducati, o che comunque non tengono conto delle esigenze e delle sensibilità altrui. Per quanto riguarda il secondo punto penso che sia molto più efficace controllare (che non significa non vivere) gli istinti e le passioni al momento del loro sorgere, che cercare di reprimerle dopo.
1. Karate Do wa rei ni hajimari, rei ni owaru koto wo wasuruna.
Il Karate comincia e finisce col saluto; il Karate Do inizia con cortesia e finisce con cortesia.
2 . Karate ni sente nashi.
Il Karate non è un mezzo di offesa o di danno; nel Karate non si attacca mai per primi.
3. Karate wa gi no tasuke.
Il Karate è rettitudine, riconoscenza; il Karate è di grande aiuto alla giustizia.
4. Mazu jiko wo shire, shikoshite tao wo shire.
Il Karate è capire se stessi e gli altri; prima conosci te stesso, poi gli altri.
5. Gijutsu yori shinjutsu.
Nel Karate lo spirito viene prima dell’azione; prima lo spirito, poi la tecnica.
6. Kokoro wa hanatan koto wo yosu.
Il Karate è lealtà e spontaneità; sii sempre pronto ad aprire la tua mente.
7. Wazawai wa getai ni shozu.
Il Karate insegna che le avversità ci colpiscono quando si rinuncia; gli incidenti sono sempre il frutto della negligenza.
8. Dojo nomino Karate omou na.
Il Karate non si vive solo nel dojo; non pensare che l’allenamento di Karate avviene solo nel dojo.
9. Karate no shuryo wa issho de aru.
Il Karate è una regola per tutta la vita; ci vorrà tutta la tua vita per imparare il Karate, non vi è limite.
10. Arai-yuru mono wo karate-ka seyo, soko ni myo-mi ari.
Lo spirito del Karate deve ispirare tutte le azioni; metti la tua vita di tutti i giorni nel Karate e così scoprirai lo stato ideale dell’esistenza.
11. Karate wa yu no goto shi taezu natsudo wu ataezareba moto no mizu ki kaeru.
Il Karate viene tenuto vivo col fuoco dell’anima; il Karate è come l’acqua calda: necessita di calore costante o tornerà acqua fredda.
12. Katsu kangae wa motsu na makenu kangae wa hitsuyo.
Il Karate non è vincere, ma è l’idea di non perdere; non pensare che devi vincere a tutti i costi, piuttosto pensa che non dovresti perdere.
13. Tekki ni yotte tenka seyo.
Lo spirito varia secondo gli avversari; la vittoria giace nella tua abilità di saper distinguere i punti vulnerabili da quelli invulnerabili.
14. Tattakai wa kyo-jutsu no soju ikan ni ari.
Concentrazione e rilassamento devono trovare posto al momento giusto; il combattimento è soggetto ai tuoi spostamenti e alla tua posizione di guardia, muoviti a seconda di quello che fa’ il tuo avversario.
15. Hito no te ashi wo ken to omoe.
Mani e piedi come spade; immagina le tue mani e i tuoi piedi come spade.
16. Danshi mon wo izureba hyakuman no tekki ari.
Pensare che tutto il mondo può essere l’avversario; quando lasci casa, immagina che molti avversari ti stanno aspettando, è il tuo atteggiamento che attira problemi.
17. Kamae wa shoshinsha ni ato wa shizentai.
Il praticante mantiene sempre la guardia, la posizione naturale riguarda solo i livelli più alti; i principianti devono maturare posizioni basse e giusto atteggiamento corporeo, posizioni naturali per gli avanzati.
18. Kata wa tadashiku jissen wa betsu mono.
Il kata è perfezione dello stile, la sua applicazione è un’altra cosa; l’allenamento al kata è una cosa, rimanere implicati in un vero combattimento è tutt’altra cosa.
19. Chikara no kyojaku, karada no shinshuku, waza no kankyu wo wasaruna.
Come l’arco, il praticante deve avere contrazione, espansione e velocità;
analogamente rilassamento, concentrazione, dolcezza;
ricordati sempre:
1- la postura può avere due aspetti, vigore o morbidezza,
2- alterna l’allungamento alla contrazione,
3- solo due velocità: lentissimo o esplosivo, cerca di applicarti correttamente in ciò!
20. Tsune ni shinen kufu seyo.
Lo spirito deve tendere al livello più alto; ricordati di ripassare ed applicare questi principi per tutta la tua vita.